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Diversi avamposti che hanno deciso di unirsi nel progetto Subaquea
sono Persone.
Cammini, Progetti di vita differenti che hanno seguito
un'unica armonica.
La ricerca.
La ricerca per e dell’Uomo.
La curiosità per l’Uomo, per come si muove,
per come decide di vivere,
in base ai suoi sogni, ai suoi desideri, alle sue necessità.

L’acqua ci ha unito nel percorso di formazione
Alcuni di noi inizialmente come terapeuti*, altri come “terapizzati”**.
E come è naturale che accada, un cammino terapeutico seguito per curiosità e/o necessità, finisce per diventare un percorso dove la tua possibilità di guarigione passa attraverso gli altri. E qui, a questo punto, inizi ad aiutare gli altri nel tuo stesso percorso.
Molti pensano che in terapia entrano i “malati”. Noi crediamo che il malato sia “il sano”. Accade spesso che la persona maggiormente sensibile, “si ammali” più rapidamente degli altri. È una maggiore sensibilità alla vita che spesso determina ciò che comunemente viene chiamata malattia.
Nel nostro modo di vedere, la malattia è uno stato di pausa dell’essere.
Un momento che ciascuno di noi, in qualche istante della propria vita, si prende per ragionare, per ascoltare, per capire cosa gli stia succedendo in uno strato più “ profondo” dell’essere.
Le malattie ci parlano costantemente attraverso il nostro corpo del disagio che sta avvenendo in strati più profondi del nostro sistema.
Ciò che accade quando ci immergiamo in acqua è uno specchio preciso della modalità dell’immersione dentro noi stessi.

La metafora della subacquea è perfetta.
Ci si avvicina all’acqua dapprima con stupore fluttuando solo in superficie con maschera e snorkel, guardando con un po’ di distanza il fondo del mare. Così si fa con i propri pensieri e le emozioni più segrete ed intime. Ciò fa nascere il desiderio di entrare sempre con maggior intensità e profondità nelle viscere del mare, grazie all’utilizzo dell’attrezzatura ara, così come nell’immersione dentro se stessi… sempre più profonda e libera grazie agli strumenti che l’esperienza ci offre ogni volta che ci abbandoniamo all’esperienza stessa, così come all’abbraccio dell’acqua.
Andare ad esplorare il fondo.
Il fondo del mare.
Come il fondo di noi stessi.
Siamo così esploratori del viatico, sospinti dall’amore per la curiosità di andare a sviscerare le viscere delle intenzioni, dei sogni, dei desideri, dei disagi umani.
L’acqua che sino ad ora per molte di noi è stata il luogo intimo di ludici momenti di vita, è diventata una privilegiata possibilità di far esperienziare agli altri l’abisso di se stessi.
Qui è nato il progetto subaquea.